Al freddo e al gelo per riali

Categoria : Fiume

di Jonas

Questa mattina mi sveglio con il piglio giusto per un’avventura. Alla domanda del soci sul decidere tra una valle piuttosto accessibile e conosciuta o tentare la scoperta di nuovi spot non ho dubbi, punto tutto sulla seconda opzione. 

La mattinata è veramente fredda! Per lo meno non sembra esserci vento al momento e dovrebbe pure spuntare il sole. 

Salgo il più possibile in auto, al parcheggio siamo di un paio di gradi sotto zero. Inizia la camminata che ci porterà vicino alla valle, a metà cammino restiamo stupefatti ad ammirare l’agilità e la velocità di un bellissimo camoscio, poi arriva il primo problema, come raggiungere il fiume? Mi ero ovviamente preparato ed ero quasi certo di riuscire ad arrivare in un punto preciso del fiume, in realtà riusciamo a scendere più avanti, dove il riale ha una piccola portata ma ancora crea qualche pozzetta. Ci credo!

La prima vera pozzetta non mi delude, una trotella con molta lentezza, comprensibile viste le condizioni, viene a prendersi la mia esca e in breve è a guadino, una stupenda farietto bella gialla!

Seconda bella pozzetta, altra fario per il soci, di dimensioni più che discrete visto lo spot.

Riusciamo a pescare forse una decina di pozze, prendiamo ancora un paio di trote poi la valle diventa impercorribile e quando sembra tornare un pelo più facile l’acqua finisce completamente. Siamo alla sorgente! 

Usciamo dalla valle e dopo una piccola pausa rigeneratrice ci rimettiamo in cammino direzione altra valle, o meglio, altra diramazione della valle che più sotto ha un unico letto. Sul cammino spaventiamo un cinghiale che se ne stava coricato beato tra le foglie. 

Poco prima di raggiungere la nostra seconda meta incrociamo con il “sentiero” un piccolo riale, proviamo a pescare le piccolissime pozzette che si formano, ma nulla si palesa. 

Passiamo oltre e arriviamo a pochissimi metri dal riale che abbiamo in mente di provare. Sembra però inaccessibile, rocce di una decina di metri sembrano costeggiare l’intero tratto. Dopo quasi un’oretta di ispezione troviamo un accesso, mi correggo, un punto in cui morire non sembra l’unica soluzione per raggiungere l’acqua. Con molta calma e attenzione riusciamo a scendere.

Prima pozza, nulla. Seconda pozza, per metà ghiacciata, il soci lancia, da sotto il ghiaccio esce qualcosa, afferra l’esca, la rilascia, la riprende, salmerino! Mi esalto! Corro alla pozza dopo, anche essa per lo più ghiacciata, lancio, subito qualcosa prende la mia esca, un altro salmerino! Stupendo, che colori! Quanto mi erano mancati questi pesci.

Proseguiamo, arriviamo a una discreta pozzetta, di forse 3 metri di lunghezza per 50 centimetri di fondo, lancio io, pesce, lo guadino, stupendo! Lancia il soci, pesce, me lo lancia nel guadino e quasi mi infilza la faccia con l’esca che esce dalla bocca del pesce che si slama appena arriva nel guadino, ma va tutto bene e siamo euforici! Due stupendi salmerini a guadino, in una giornata in cui non avevamo idea su cosa ci attendesse, non può andare meglio di così. 

Riusciamo a pescare ancora un paio di buchette senza risultati poi il ghiaccio e una cascata terminano la nostra giornata. Ora ci aspetta un lungo e tortuoso ritorno verso l’auto, che riusciamo senza farci male a percorrere in poco più di un’ora. Arriviamo all’auto piuttosto distrutti, ma soddisfatti! Ci torneremo magari senza ghiaccio, col caldo e con la consapevolezza di trovarci dei pesci.

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