Una giornata da ricordare

Categoria : Laghetti Alpini

di Jonas

È appena passata la metà di settembre, il che significa una sola cosa per me quest’anno, si va in Canada!

Con l’insostituibile compagno di viaggio Arno, si parte il sabato mattina ancora col buio, per arrivare nello Yukon nella notte tra sabato e domenica, orario canadese, quindi si, dopo più di trenta ore!

Dopo un primo giorno passato sul lago “sotto casa” che ci regala comunque qualche bella cattura e l’unica giornata senza vento, almeno fino a metà pomeriggio, della settimana; lunedì decidiamo di partire per una tre giorni su di un lago situato a un paio d’ore d’auto, passando due notti in una baita favolosa situata in una baia a un terzo di lago. Obiettivo? Canadesi! Sogno? Canadesone!

Il lunedì mattina vola via in fretta tra trasferimento al lago, spostamento alla baita per scaricare cibarie e materiale vario e poi via fino allo spot verso fine lago. Iniziamo a pescare che è ormai mezzogiorno, lanciamo le esche in acqua e in tempo zero entrambi abbiamo allamato una trota! Il pomeriggio passerà via così, con una cattura dietro l’altra, di trote di buona taglia, senza niente di enorme e pure un paio di lucci.

Rientriamo alla nostra dimora per questi giorni a fine pomeriggio, mentre la guida prepara la cena scendiamo letteralmente sotto casa a far due lanci, inizio proprio dall’angolo finale dell’insenatura del lago, osservo l’acqua e mi sembra di vedere un sottomarino arrivare verso riva, lancio il farfallino che avevo montato al momento e subito vedo arrivare all’inseguimento una trota più larga di quanto sono lunghe normalmente le trote in Ticino! Mi segue per quasi dieci metri a forse nemmeno un centimetro dall’esca, ma non apre la bocca o attacca in qualsiasi maniera, arriva a poche decine di centimetri dai miei piedi, si gira e arrivederci. La serata proseguirà con diverse catture, oltre che con un’ottima cena, di trote sul  mezzo metro e anche qualcosa in più, la maggior parte con dei colori rossastri da paura! 

Ma vi dico la verità, dopo aver rivisto probabilmente la stessa trotona per una seconda volta sottoriva, le speranze per il giorno successivo sono alle stelle! 

Ci svegliamo con l’ultimo buio e alle prime luci stiamo già lanciando! Qualche trota sotto casa prima di una ricca colazione e poi via in barca! Tentiamo qualche lancio sulla via per gli spot migliori senza particolare successo. Poi iniziamo a fare sul serio! Le catture non mancano, ondulanti e gomme sembrano funzionare al meglio. Si avvicina mezzogiorno, stiamo ripercorrendo un tratto di lago che poco prima ci ha regalato diverse catture quando qualcosa di pesante si attacca al mio ondulante. “Fish, big fish!” Capisco dalle prime testate la differenza, poi dopo qualche secondo di solo peso ecco la prima partenza! Sembra un treno è inarrestabile! Mi sbobina tutto il mulinello in tempo zero. Blocco la frizione con la mano, mi giro verso la guida e lo prego letteralmente di seguire la fuga del pesce. Per fortuna va tutto bene, il pesce rallenta, noi partiamo nella sua direzione e inizio a recuperare un po’ del filo perso. Sono forse a metà recupero, quando vedo una pinna e una coda enormi spuntare in superficie, giusto un secondo prima della seconda sfuriata che permette alla trota di riprendersi nuovamente quasi tutto il filo. In quel momento ne sono sicuro, è una trota da metro! Un po’ tirandola e molto seguendola in barca mi riavvicino, tensione alle stelle, battito cardiaco a livelli da cronoscalata al Mont Ventoux. Finalmente è vicina, Arno filma, la guida è pronta con il guadino, la trota tenta di girarsi un’ultima volta ma non riesce più ad allontanarsi, riesco a girarle nuovamente la testa verso la barca ed entra nel guadino che improvvisamente mi sembra piccolo. È fatta! Il pesce ha una testa e delle pinne clamorose, forse non è tra i pesci più grassi del lago, ma che ci vogliamo lamentare di un pesce del genere? Sono estasiato, la slamiamo al volo nel guadino, misurazione più che veloce e via con due foto al volo. Io cerco di gustarmela e di ben piantarmi in testa più ricordi possibili, si perché il rispetto del pesce arriva prima di tutto, infatti in pochissimi secondi la trota è di nuovo in acqua pronta a ripartire e chissà a far felice in futuro un altro pescatore. 

Per un attimo resto lì, incredulo, quasi imbambolato, il mio sogno si è realizzato! 

Le seguenti due orette le passo a pescare con un sorriso enorme stampato in faccia e non troppa concentrazione sulla pesca. Poi però decidiamo di provare qualche lancio a lucci prima di rientrare, sono pronto, ci credo, voglio il mio luccione!

Proviamo un primo spot che non mi convince davvero senza risultati, se non un luccetto che abbocca ad Arno in un momento di grande concentrazione, stava urinando insomma. Il vento soffia piuttosto forte, rendendo la pesca piuttosto complicata, ma cambiamo spot e capisco che è il momento, lancio in tutte le direzioni attorno alla barca che si sposta in continuazione tra le onde. Prendiamo e perdiamo un paio di pesci discreti più o meno nello stesso posto allora insisto in quella direzione. Armato del nuovo real rider 24cm, dopo averlo lasciato cadere sul fondo inizio il recupero, lineare e piuttosto lento, qualche giro di mulinello e sento una bella stoppata, ferro e la canna si piega parecchio! Fish on! Sento subito il peso di un bel pesce, ma finché non lo vedo non capisco esattamente le sue dimensioni. Una volta visto mi è subito chiaro che si tratta del luccio desiderato, dopo una bella sfuriata lo avvicino alla barca e lo tiriamo al volo in barca, anche qui misurazione e foto in tempo zero e via di nuovo libero. Sono su un altro pianeta, in un paio d’ore ho realizzato il sogno di prendere una trota metro e raggiunto l’obiettivo di un luccio sopra il metro e dieci, che mi ero prefissato prima di partire. Vero è che non pesco mai per superare record o competizione, ma uno qualche desiderio in testa ogni tanto ce l’ha poi anche.

Rientriamo per la cena, dovrei anche averne abbastanza per oggi ma mica si ha la possibilità di pescare in questi posti tutti i giorni, quindi giù a lanciare! Arriva qualche altra trota, sempre stupende. Ad un tratto sto recuperando un bel pesce quando vedo spuntare lungo riva alla mia sinistra una testa mai vista, seguito da un corpo non da meno! Una trota di una dimensione esagerata, sempre difficile stimare i pesci, soprattutto se non tra le mani, ma sono abbastanza certo che questa trota fosse molto ma molto vicino al metro e venti. Slamo in tempo zero la trota che avevo all’amo e le lancio davanti, l’esca le passa a pochi centimetri dal muso, sembra quasi voltarsi per un momento, invece prosegue in tranquillità la sua passeggiata lungo riva. Forse era chiedere troppo, probabilmente lo è. Mi accontento di aver potuto vedere così da vicino un pesce del genere, pesci che solo in luoghi del genere possono esistere. Che giornata! Me la ricorderò a lungo questo è certo.

Il giorno seguente ci sveglieremo con un vento che ci farà cambiare i piani per la giornata e poi per i giorni seguenti, ma questa è un’altra storia. 

Grazie Canada, grazie Yukon, grazie pesca.

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