Il pesce da sogno

Categoria : Lago

di Jonas

È una fredda mattina di febbraio, sono solo in barca, le nuvole sono piuttosto basse. Non sento freddo e i lanci sembrano partire da soli uno dopo l’altro. Sembra esserci uno strano silenzio, mi sento fuori dal mondo, ma allo stesso tempo so di essere al posto giusto. 

Dal nulla mi ritrovo la canna in piega e un pesce che si dibatte a una ventina di metri, in superficie. Poi si calma e parte, punta il fondo, la frizione segue la sfuriata. Arriva il mio turno, recupero qualche metro, poi riparte ancora lei. È una trota, l’ho capito subito, la stavo cercando e si è presentata all’appello. Il battito cardiaco sale, così come la sensazione di caldo ma soprattutto come la tipica sensazione di paura che si ha ogni qualvolta un pesce importante viene a bussare a una nostra esca. La lotta sembra infinita, ma allo stesso tempo troppo breve. Salto spettacolare proprio prima di riuscire a portarla in barca, è fatta. Ogni sguardo che le dedico sembra farla crescere ancor più. Dopo averla slamata mi sembra un pesce da record del mondo. Le afferro la coda e la alzo per una foto, ma si dibatte all’impazzata e torna nel suo lago, la vedo scodare via lentamente, quasi a voler farsi vedere per bene. 

Sento uno strano rumore, tipo una sveglia. 

Allungo un braccio e sento fresco, mi accorgo di avere gli occhi chiusi, li apro e vedo la mia stanza, sento il mio telefono suonare, sono agitato, sento il battito accelerato del mio cuore. Spengo la sveglia, non so se mi sento più deluso dal non essere riuscito a fare una foto o contento per aver preso una trota enorme. Ah, giusto, non l’ho presa, stavo sognando. Eppure la domanda continua a frullarmi nella testa, sarei stato deluso dal non essere riuscito ad avere una prova della mia straordinaria cattura? Probabilmente si, perché viviamo nell’era delle foto e dei video a qualsiasi cosa. Qualcosa da mostrare e da poter rivedere in futuro. Eppure fino a non troppo tempo fa la gente catturava pesci incredibili, vedeva panorami mozzafiato o visitava paesi esteri e non poteva scattare nessuna foto, non mi sembra sia mai morto qualcuno per questo.

Detto questo continuerò a scattare foto alle mie catture e cercherò di migliorarmi ogni volta, perché mi piace, perché posso, perché no.

Mi alzo dal letto, mi vesto, colazione veloce, prendo lo zaino, i vestiti del lavoro e salgo in macchina. Mi aspetta un’altra pescata.

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