Chiusura con sorpresa

Categoria : Fiume , Laghetti Alpini

di Jonas

Quest’anno mi sono concesso il lusso di non lavorare per gli ultimi giorni della stagione. Martedì inizio quindi a percorrere chilometri su e giù per le nostre valli ticinesi alla ricerca di qualche ultimo pesce. 

Inizio con una giornata di quelle proprio da me, cinque laghetti in un giorno, con numerosi metri di dislivello e ancor più ore di camminata. La giornata si conclude con qualche bel salmerino e tanta stanchezza.

Nei giorni seguenti provo ancora un paio di laghetti, prendo qualche pesce tra cui le ultime trote a mosca della stagione il giovedì, nella giornata più bella della settimana, meteorologicamente parlando. 

Il venerdì, dopo un ultimo tentativo sul grande fiume al mattino, che mi regala una piccola ma bella trotella, mi sposto nella “mia” valle, dove sono cresciuto. Vado a salutare un paio di spot che conosco a memoria, prendo qualche trotella, sono già contento di vedere che c’è ancora una discreta presenza di pesci. Per gli ultimi lanci della giornata ho in mente un posticino che potrebbe regalarmi il colpaccio, ci arrivo e… ci trovo un altro pescatore! Cerco di non prendermela troppo, giro l’auto amareggiato ma non smetto di crederci, mi fermo un paio di chilometri più in basso dove di solito venivo a divertirmi provando quale minnow funzionasse meglio grazie alle numerose trotelle presenti. I pesci non mancano e sono anche piuttosto attivi, mi diverto parecchio anche se slamo i pesci più belli. Arrivo alla fine di questo breve tratto di fiume che sono quasi le 19:00.

C’è ancora tempo e luce per fare gli ultimissimi lanci, scelgo di battere quattro pozze di numero poco più in basso. La prima, mi regala una trotella, dalla seconda mi esce da sotto un sasso una trota discreta bella scura che però mi manca l’attacco due volte e poi si rintana. Ci credo! Lancio preciso sulla destra della terza pozza e ricapita la stessa scena, un pesce mi manca l’attacco due volte e se ne torna da dove è arrivato. Lancio quindi a sinistra, inizio il recupero e subito vedo qualcosa muoversi, due colpetti di cimino e arriva l’attacco! È bella! Riesco a guadinarla al primo tentativo, è stupenda! La lascio nel guadino per un po’, sia per farla riposare che per gustarmela, potrebbe essere l’ultima bella trota della stagione. Le scatto qualche foto, me la guardo e riguardo e già mi sale la nostalgia, sarà un lungo inverno! Nell’ultima delle quattro pozze poi prendo ancora un paio di trotelle, ma la giornata si era già conclusa a meraviglia per me. 

Il sabato è il giorno che con i soci abbiamo deciso di dedicare all’ultimo laghetto alpino dell’anno. Più una tradizione che una ricerca forzata del pesce. Nonostante la nebbia, il freddo e qualche goccia di pioggia ci divertiamo! Prendiamo qualche pesce e rientriamo col sorriso.

Per l’ultimo giorno ho in mente di coprirmi stile sub visto le previsioni e battere qualche riale di montagna. L’idea è di martellare fino all’ultimo! Mi sveglio che fuori è buio, mi alzo dal letto e sento i primi segni di vecchiaia, gambe deboli, ginocchio destro ballerino...ma non si molla! Una bella colazione, mi preparo e via verso il primo spot scelto per la mattinata. Ci arrivo proprio nel momento in cui sembra finire un bel diluvio, prendo il minimo indispensabile e scendo sul torrente.

C’è ancora poca acqua, le piogge della notte non hanno ancora fatto alzare i livelli se non di un paio di centimetri. Nelle prime pozzette mi aspetto qualche iridea oltre alle fario, di solito presenti molto probabilmente perché risalite dal lago poco distante. Stamattina il nulla, chissà forse le piene di quest’ultimo anno le hanno fatte scendere tutte, è la prima volta che pesco qui da più di un anno. Continuo a risalire e pescare e arrivo in una delle pozze più grandi di questo tratto iniziale, profonda forse un metro sotto corrente e lunga poco più di cinque metri, lancio a filo di corrente, non faccio a tempo a iniziare il recupero, arriva una botta che mi risveglia tutto il corpo in un nanosecondo! Ferro pronto e la canna si piega! Vedo una spanciata gialla, che sia un bel farione? Si difende con forza puntando il fondo, la contrasto fiducioso come sempre della mia attrezzatura e riesco a tirarla verso di me, poi vedo la testa e vedo una guancia rosa, è un’iridea! Non mi sembra vero, ma non ho tempo per pensarci, faccio due passi nel pozzo, riesco a tirarla in un angolo e la guadinata è poi facile. Presa! 

Che pesce! Un colore e una livrea da cartolina, una forma perfetta, pinne grandi e rosa, codona, labbro inferiore leggermente ricurvo, uno spettacolo!

Primo pesce dell’ultima giornata e già sono a posto così. Non potevo chiedere di meglio! Dai colori sembra essere nel torrente da un po’ di tempo, eppure so che non può essere cresciuta lì o almeno non esserci nata. Poco male, è un pesce che mi ricorderò a lungo, la ciliegina sulla torta di una stagione da ricordare, in cui è mancata solo la grossa canadese per me, ma non si può pretendere troppo. Sono beato, rimango lì per un po’, quasi incredulo, finché un bell’acquazzone mi risveglia da quello stato di trance e mi fa riprendere a pescare.

Percorro un centinaio di metri scarsi di torrente senza vedere un pesce, poi dopo una piccola curva del corso d’acqua tutto mi è chiaro, vedo un pescatore a dieci metri da me, gli ho pescato dietro tutto il tempo... di certo non è una bella sensazione ma non credo di avere il diritto di prendermela.

Chiudo la canna, torno all’auto e cambio spot. Pescherò ancora qualche ora e prenderò ancora qualche fario tra cui un paio anche carine; me le godo tutte, una per una. Interrompo la mia giornata di pesca e di conseguenza la mia stagione a metà giornata, una cosa che va contro la mia natura, ma oggi a mente e fisico non posso chiedere assolutamente di più!

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