di Jonas
Quest’anno credo per la prima volta nella mia vita non sento la solita agitazione per l’apertura dei laghetti. Sarà perché c’è ancora parecchia neve e ci sono pochi laghetti pescabili, sarà perché è domenica e ci sarà un sacco di gente. Non lo so nemmeno io. La prima giornata seguo i soci e provo senza convinzione la botta che però ovviamente non arriva, ripiego sempre seguendo i soci su qualche facile cattura di poco conto e la giornata passa via così.
Per il secondo giorno decido di far visita a uno dei miei laghetti preferiti, non tanto per le catture ma per ritrovare un po’ il senso della pesca. Passo la mattinata in solitaria, non vedo un’anima, non prendo granché anzi, ma non importa. La giornata poi prosegue con un susseguirsi di avvenimenti sfortunati, ma dentro mi sento sempre meglio, sta salendo la giusta frenesia.
Per la terza notte di fila dormo poco più di un paio d’ore, il fisico chiede pietà ma con la testa sono già in riva al laghetto, oggi la sento. Ci arrivo alle primissime luci, non c’è nessuno nello spot che voglio pescare, perfetto. Con calma preparo zaino e canne e scendo in riva allo specchio d’acqua. Clima perfetto, nuvoloso, zero vento, temperatura gradevole.
Punto tutto sul mio ormai amato vagabond color persico, che ha passato parte della sua esistenza sul muso di una trotona che ben ricordo. Decido che non cambierò esca finché non prenderò un pesce. Finché, non se. La prima mezz’ora la passo a percorrere qualche metro di sponda alla ricerca di un punto che mi convince. Trovo un “corridoio” tra due massi a un paio di metri di profondità che mi ispira. Qualche lancio in quel punto e ho un primo segnale di vita, una trotella segue il mio artificiale per qualche metro prima di girarsi e tornare al largo. Rilancio in direzione della sua fuga ma al suo posto dietro alla mia esca arriva una trota più grande, la stimo sui 45-50cm. Comunque nulla di fatto, arriva a due metri da me, mi saluta, probabilmente mi prende anche in giro e torna beata in profondità. Insisto ancora qualche minuto in quel punto ma nulla più. Poi vedo una trotella passarmi davanti e andare verso un insenatura alla mia sinistra. Perché no, lancio in quella direzione, inizio un recupero bello vivace ma vengo presto interrotto da una potente mangiata, ferro pronto e vedo una spanciata a un metro dalla superficie, la vedo ruotare su se stessa, penso a una canadese, in realtà poco dopo mi accorgo di aver cannato alla grande, è una bella fario! Come sempre ho lasciato il guadino a mezzo chilometro da me, cerco quindi di spostarmi facendo bene attenzione a non lasciare il controllo della lotta al pesce, in qualche modo arrivo al guadino. Primo tentativo fallisce miseramente e la trota scoda via per un paio di metri, ci riprovo, entra ma appena sembra fatta si dimena e riesce ad uscire. Panico! Un’ancoretta si è impigliata nel guadino e il pesce sbatte al di fuori della rete. Con un movimento di gomito che nemmeno il buon Roger, riesco a girare il guadino e a riprendere il pesce. È fatta! Primo bel pesce della stagione montana. Me la prendo molto comoda, la slamo subito e la lascio riposare nel guadino. Con calma la misuro, le faccio qualche foto. Poi mi godo il momento, mi mangio qualcosa, mi godo il paesaggio. Sono beato, andrebbe già bene così, la mia giornata è fatta.
Riprendo a lanciare poi mi rendo conto che il pesce l’ho preso, posso cambiare esca. Monto ispirato un bello snare, primo lancio nello stesso identico punto in cui ho preso la fario. Due belle jerkate, pausa, altre due, pausa, altre du... dopo la prima una botta ferma il mio movimento. Dalla prima testata penso a un mostro, poi vedo il filo salire e l’acqua esplodere, esce con un salto di quasi un metro una bella e cazzuta iridea. Poi punta il fondo per qualche secondo prima di esibirsi in un triplo carpiato con avvitamento con cui si pianta una delle ancorette sul fianco. Da lì la lotta prosegue con il pesce che viene verso di me in diagonale. Forse una lotta poco leale, ma si è fregata da sola.
Arriva a guadino, un altro bel pesce, sono più che soddisfatto. Pesco poi ancora un’oretta, quasi consapevole del fatto che non prenderò più niente, ma va benissimo così. Mi sento in pace con me stesso. Ora sono pronto per il resto della stagione!