Apertura 2021 lontano da tutti

Categoria : Fiume

di Jonas

Domenica 14 marzo, ore 22:45, sono sul divano, appena tornato dal lavoro e finalmente posso cenare. Tutto è pronto per la mattina seguente, lo so, eppure la sensazione di aver dimenticato qualcosa mi accompagna costantemente. 

Passata da poco la mezzanotte mi ritiro sotto le coperte dopo aver deciso che la pizza ingerita non mi darà troppo fastidio e mi lascerà dormire quelle poche ore fino alla sveglia. 

Come sempre in queste occasioni mi sveglio ben prima della sveglia, come se già non fosse montata abbastanza presto. Mi giro un paio di volte nel letto finché mi decido ad alzarmi, ormai impossibilitato nel riprendere sonno dalla troppa frenesia. Piccola colazione al volo, infilo le ultime cose nello zaino, mi vesto e si parte. Fuori è notte fonda, ma ormai ci ho fatto l’abitudine. Salgo in auto e in non troppo tempo raggiungo il parcheggio. Quest’anno ho deciso di lasciare per un altro giorno i miei soliti spot per l’apertura e puntare su posti più isolati e nascosti, con l’idea di restare lontano da altri pescatori e magari di trovare qualche trotella selvaggia un po’ vecchiotta. 

Scendo dall’auto e inizia la camminata, mezz’ora abbondante tra sassi e rovi, tanti rovi! Con qualche difficoltà e parecchia stanchezza raggiungo lo spot prescelto, me la prendo con calma, bevo qualcosa, piccolo spuntino, monto la canna, aggancio la mia gommetta e sono pronto. Il giorno non è ancora veramente arrivato ma c’è già una discreta luce. Prima pozza, lancio, animo la gomma, cerco di ritrovare le giuste sensazioni e i giusti movimenti da imprimere con la mia cannetta. Seconda pozza, sono abbastanza fiducioso. Terza pozza, due colpetti di cimino, mangiata! Ferro non troppo pronto e dopo un saltello in superficie si slama, non era certo enorme ma era la prima farietto dell’anno! Continuo a risalire la valle con una buona dose di fiducia, ma a dire il vero le prime ore si rivelano piuttosto difficili, probabilmente anche per il freddo e l’acqua gelida i pesci sono per lo più sotto i sassi e farli uscire si rivela piuttosto difficile. Ho comunque qualche mangiata e dopo poco più di mezz’ora riesco a portare a guadino la prima trotella! Nulla di eccezionale, ma sono emozioni!

Dopo un paio d’ore l’attività sembra crescere, forse unicamente perché in quel tratto ci sono più pesci, ma credo soprattutto per l’orario, al mattino presto i pesci erano a nanna! 

Inutile dire che le due trote più belle della mattinata mi si sono slamate, ma come sempre per me l’apertura non è la ricerca del pesce della vita, ma piuttosto mi serve per ritrovare i posti che da sempre mi fanno amare la pesca, riali, valli, acqua e trote. Con quei loro colori, quei puntini, quelle pinne. È stato amore a prima vista e il primo amore non si scorda mai!

Durante la giornata cambierò diversi spot, sempre alla ricerca di acque non ancora pescate, posti a cui gli altri pescatori non dovrebbero pensare per lo meno non il primo giorno della stagione, prenderò ancora qualche trotella e concluderò nel pomeriggio con una fario dai colori stupendi! Numerosi puntini rossi su di un corpo giallo chiaro marroncino tutto sfumato e tendente al verde sulla schiena e in particolare sulla testa. Una meraviglia della natura! 

Me ne torno a casa che c’è ancora il sole, ma per oggi non potevo chiedere di più, nemmeno dal mio fisico che reclama un po’ di riposo. Domani è un altro giorno! 

Per il secondo giorno non riesco a resistere e decido di tornare sui torrenti e riali che mi hanno insegnato a pescare e che mi hanno tra l’altro regalato le mie trote più grandi. Arrivo sul primo spot nel momento in cui la luce si prende il proprio posto nella mattinata. Per la prima mezz’ora prendo un bel freddo ma non vedo una pinna.

Risalgo in auto, provo a risalire un po’ la valle e mi fermo in uno dei miei tratti preferiti. Monto fiducioso un classico cucchiaino che normalmente non delude e scendo in riva al fiume. È ancora presto e i pesci non sembrano volersi muovere granché, per lo meno ne vedo qualcuno. Arrivo in un tratto in cui il fiume si divide in due rami, scelgo il più piccolo, pensando che magari il giorno prima nessuno ci abbia pescato e forse è così, in ogni pozzetta qualche trotella viene a curiosare il mio artificiale e qualcuna lo attacca pure, riesco a portare a guadino i primi pesci di giornata, che sollievo!

Una volta il fiume si ricongiunge con l'altro ramo, l’attività torna a calare, ci provo per un’oretta ma poi mi decido a cambiare nuovamente spot. Mi fermo a provare un paio di pozze che l’anno scorso mi hanno regalato diverse catture, ma anche qui oltre a un paio di inseguimenti svogliati il nulla. Comincio a pensare che siano state disturbate troppo ieri le mie amiche trotelle. Ma ho in mente un paio di spot che non possono deludere!

Ci arrivo che è quasi mezzogiorno, decido di provare il pezzo più alto e nel caso vada bene scendere poi in seguito più a valle. Lascio l’auto e scendo solo qualche metro più sotto per tentare un paio di pozze mica male lì sotto. Mi avvicino piano al fiume, camminando o meglio sprofondando nella neve resa molle dal sole che è spuntato tra le nuvole e qualche fiocco di neve. Riesco ad arrivare alla prima pozza solo dal lato, lancio da piuttosto lontano la mia gommetta e subito esce a razzo per ingoiarla una discreta fariozza che mi fa rotolare giù fino in riva al fiume in tempo record per evitare di fare del male a lei, non preoccupandomi di quello che potevo farmi da solo! Mi va bene e riesco a guadinarla. La più bella della giornata, il morale risale!

Pesco quattro pozze di numero e vedo spuntare venti metri davanti a me un allegro pescatore che si mette a lanciare beato. Preferisco chiudere la canna, la bocca e passare oltre.

Ricomincio a pescare dove so che lui non arriverà. Finalmente arriva un picco di attività dei pesci! Mi diverto testando i miei nuovi Jubarini di Molix, il loro movimento rapido unito a scatti impressi con la canna sembrano essere irresistibili per le trote che attaccano come delle pazze, spesso e volentieri con attacchi in superficie o a fondo pozza contro i sassi. Molti attacchi non vanno a buon fine e alcuni pesci lì slamo, ma riesco a portarne a guadino diversi! Mi diverto così per un’ora buona, finché il tratto finisce.

Il morale è alle stelle e sono abbastanza motivato da fare una delle mie pazzie. Mi inoltro nel bosco innevato, seguendo le orme di un lupo tra l’altro, e raggiungo un tratto ancora giustamente non pescato quest’anno, nessuno è così malato come il sottoscritto per scendere lì con queste condizioni.

Lo sforzo viene ben ripagato, ad ogni pozza muovo diversi pesci, le mangiate non sono delle migliori e diverse non rimangono allamate o si slamano, tra cui la prima over 40 della stagione che mi saluta dopo essersi dibattuta per un paio di metri in superficie. Poco male, mi diverto per l’intero pomeriggio alternando cucchiaino al mio fedele Shorty 50s e alla mia ormai gomma prediletta, il Real Rider.

Arrivo alla fine del tratto come previsto poco prima del calar delle tenebre. Si, sono in pesca da dodici ore oggi! Tempo di rientrare e di riposare, altrimenti prossimi giorni al lavoro la vedo tosta!

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